Iran, torna in strada la polizia della moralità contro le donne Cronaca di Greta Privitera
Testata: Corriere della Sera Data: 17 luglio 2023 Pagina: 13 Autore: Greta Privitera Titolo: «Iran, torna in strada la polizia della moralità contro le donne»
Riprendiamo dalCORRIERE della SERAdi oggi, 17/07/2023, a pag. 13, con il titolo "Iran, torna in strada la polizia della moralità contro le donne" la cronaca di Greta Privitera.
«Che vengano pure a prendermi», ci scrive in chat Layla, 18 anni, di Teheran. «Non torno indietro. I vestiti che indosso, il capo scoperto, sono la mia divisa da combattimento. È il modo per tenere alta la bandiera di Donna, vita, libertà, per portare avanti la rivoluzione. Non ho paura della polizia morale». Il portavoce delle forze dell’ordine, Said Montazeralmahdi, ha fatto sapere che gli agenti della moralità sono tornati nelle strade per registrare e arrestare le donne che non indossano correttamente il velo, lo fanno dal 1979, da quando è obbligatorio. La decisione sarebbe stata presa a seguito di «richieste della popolazione e delle istituzioni» per «la sicurezza pubblica» e «per le fondamenta della famiglia». Subito, i nuovi «raid» sono tornati sui social. Il giornale Iran International, rilanciato dall’attivista da quasi 9 milioni di follower Masih Alinejad, mostra un video di una ragazza senza velo braccata da una donna coperta fino ai pied i. L’anziana signora cerca di trascinarla verso una camionetta bianca, come quella che ha portato via Mahsa Amini. La giovane grida «Io non vengo con lei» e poi un «aiuto» che fa venire i brividi: sa che una volta entrati in quel furgone il destino può diventare macabro. «Questa è una gabbia e noi siamo disposte a pagare con la vita per la libertà», ci scrive Sarah, 21, sempre di Teheran.
Il ritorno in azione delle truppe con il nome-simbolo della teocrazi a, arriva dopo che a dicembre si era diffusa la voce di una loro possibile abolizione a seguito delle proteste oceaniche che in quelle settimane paralizzavano le strade di tutto l’Iran, esplose per la morte di Masha Amini, uccisa dai calci e dai pugni degli agenti del velo. La ricomparsa della polizia morale dimostra, in realtà, che il regime non l’ha mai abolita. L’annuncio di dicembre era un tentativo per provare a evitare gli scontri frontali nelle piazze. Nei mesi seguenti, Khamenei ha cercato di controllare le donne tramite la tecnologia. Le telecamere, il riconoscimento facciale, le multe. Ma non ha funzionato. Una teocrazia, per esistere, non può allentare la morsa, se lo fa, crolla. Infatti, nonostante la repressione brutale degli ultimi mesi — 500 morti, 20 mila arrestati — che ha soffocato le prestate in strada, le ragazze senza velo si sono moltiplicate, non solo a Teheran. Le più giovani escono a capo scoperto, quello più grandi, spesso, lo appoggiano sulle spalle, per averlo in caso di «pericolo». Ma ancora più sorprendente è quello che gridano in piazza le donne del Sistan-Baluchistan — religiose, velate: «Sia col velo che senza il velo, andiamo verso la rivoluzione». Così al regime non resta che reprimere. Sempre ieri, è diventato virale il video del giovane attore Mohammed Sadeghi che durante una diretta Instagram, in cui criticava la Repubblica islamica, è stato portato via dagli agenti. Shima, 24 anni, di Mashhad ci scrive: «Sono arrabbiata e spaventata del ritorno della polizia morale. Ci stiamo avvicinando al mese di Moharam (un mese religioso, ndr) e all’anniversario della morte di Mahsa. Credo che vogliano spaventarci ed evitare altre proteste».
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