Francia, l'estrema sinistra con i teppisti, cresce ancora l'estrema destra Analisi di Stefano Montefiori
Testata: Corriere della Sera Data: 06 luglio 2023 Pagina: 16 Autore: Stefano Montefiori Titolo: «La sinistra radicale non riesce a condannare le violenze. E le rivolte spingono Le Pen»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 06/07/2023, a pag. 16, con il titolo "La sinistra radicale non riesce a condannare le violenze. E le rivolte spingono Le Pen" l'analisi di Stefano Montefiori.
Stefano Montefiori
PARIGI Difficile, in queste ore drammatiche, trovare un responsabile politico che sfugga a una visione ideologica e polarizzata degli eventi: l’estrema destra difende la polizia e condanna i francesi di origine maghrebina che non si sono integrati; l’estrema sinistra condanna la polizia in generale (o quasi) e giustifica la rabbia. Il presidente Emmanuel Macron, coerente con il suo approccio di partenza, ha criticato subito «l’atto imperdonabile» del poliziotto che ha sparato a Nahel ma anche le violenze dei teppisti. Ma di questi tempi, certe sottigliezze non pagano. E infatti secondo un sondaggio OpinionWay nessun politico francese in questa crisi raggiunge il 50% di approvazione da parte dell’opinione pubblica, ma ce n’è una che si avvicina di più alla soglia: Marine Le Pen, che arriva al 41%. Seguono il ministro dell’Interno Darmanin (40%) e il lepenista Jordan Bardella (37%). Agli ultimi posti l’ecologista Sandrine Rousseau (26%) e il lider maximo della sinistra radicale Jean-Luc Mélenchon (25% di approvazione). I francesi sembrano proseguire nello spostamento a destra, la sintonia tra politici e opinione pubblica scende mano a mano che ci si sposta verso sinistra e si è più comprensivi con i rivoltosi. Il milione e 600 mila euro raccolti in pochi giorni in favore del poliziotto che ha ucciso Nahel sono stati un segnale di una tendenza più ampia. La vittima che raccoglie la maggiore comprensione, più del ragazzo ucciso, è il sindaco Vincent Jeanbrun, che ha visto la moglie e i due bambini sfuggire a un attentato dei teppisti ed è diventato il simbolo della Francia che resiste alla barbarie. In questo Paese polarizzato è difficile sostenere il ruolo insostituibile delle forze dell’ordine, e allo stesso tempo fare notare che da anni ormai la Francia ha un problema reale con la gestione dell’ordine pubblico, e che gli eccessi dei poliziotti purtroppo sono ormai sistematici e non semplici episodi slegati e attribuibili a poche mele marce. Ma la sommossa dopo Nanterre mette in luce anche la crisi sempre più profonda della sinistra francese, ormai irrimediabilmente divisa nelle « due gauche inconciliabili» teorizzate dall’ex premier Manuel Valls: da una parte quel che resta della sinistra di governo, dall’altro la sinistra radicale rappresentata da Mélenchon e dalla sua ubiqua compagna di coalizione Sandrine Rousseau. La neo-femminista pronta a invocare la «de-costruzione del maschio bianco occidentale» e a inorridire per la passione maschile e «virilista» per i barbecue, in questa crisi si è arrampicata in mille giustificazioni sociologiche per scusare e quasi legittimare le devastazioni e le violenze dei rivoltosi, senza trovare una parola di critica per le frasi sessiste e violente da loro ripetute nei social media. Come se certi standard di uguaglianza tra i sessi potessero essere richiesti solo alle classi urbane bianche progredite, e non anche al «buon selvaggio» di periferia. L’alleanza di sinistra Nupes è ormai invisa ai francesi che non ne fanno parte, e ancora una volta è Marine Le Pen a trarre il vantaggio politico dall’ennesima crisi francese.
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