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Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 12/03/2023, a pag.8, con il titolo "Bakhmut, è battaglia nelle strade: «La parte est è in mano ai russi»" la cronaca di Lorenzo Cremonesi.
Putin
CHASIV YAR (Donbass) La nuova linea dei combattimenti per Bakhmut segue adesso il corso quasi diritto del Bakhmutovka, il fiumiciattolo che percorre la città da nord a sud e divide i quartieri orientali invasi dai russi da quelli occidentali tenuti dagli ucraini. Una classica battaglia urbana con duelli tra cecchini, imboscate tra pattuglie, ampio utilizzo di piccoli mortai da campo e droni portatili che aiutano a individuare gli avversari. I militari quando tornano nelle retrovie postano sovente i loro video, dove si vedono i bivacchi di fortuna negli appartamenti sventrati, le rincorse dei blindati spersi nei labirinti di macerie, soldati che camminano rasenti i muri e raccolgono i corpi dei compagni, il fumo degli stabili in fiamme: non è difficile venire colti dall’angoscia nell’udire il rombo continuo di esplosioni e spari. Secondo Yevgeny Prigozhin, il comandante-padrone della milizia mercenaria Wagner, i suoi uomini e quelli dell’esercito russo controllerebbero ormai «la metà orientale della città» e starebbero combattendo per conquistare il municipio. Ma i soldati ucraini che incontriamo nel villaggio di Chasiv Yar, ormai passaggio obbligato dalle retrovie situate a ovest di Bakhmut, spiegano che la situazione è ancora «fluida» e la terra di nessuno si espande verso est, dove piccole unità scelte continuano a mietere vittime tra i russi in avanzata. Del resto, lo stesso corso del Bakhmutovka — sorta di canale largo non più di tre o quattro metri ingombro d’immondizie e detriti — non attraversa il centro, ma è più spostato nelle zone orientali. Ciò non toglie che i russi stiano lentamente avanzando. Venerdì hanno anche conquistato il villaggetto di Dubovo-Vasylivka, tre o quattro chilometri dalla strada che unisce Chasiv Yar a Bakhmut, un passo in più per spezzare del tutto i collegamenti con i circa 3.000 ucraini asserragliati. L’intelligence britannica conferma la progressione russa, sebbene a prezzo di molte perdite. I comandi ucraini spiegano che tenere impegnati i russi in questo settore serve comunque loro per prendere il tempo necessario a organizzare la prossima «offensiva di primavera». E infatti il capo di Stato maggiore, Valery Zaluzhny, ha scelto di inviare decine di migliaia dei suoi uomini migliori ad addestrarsi nei Paesi Nato, soprattutto Polonia, Stati Uniti e Inghilterra. Presto potrebbe avere a disposizione tre nuovi corpi d’armata, ognuno con in media 120.000 soldati. Intanto continua il flusso dei rinforzi occidentali, in arrivo o in procinto di esserlo: circa un terzo degli arsenali ucraini sarà presto di origine Nato. Vi si contano una sessantina di tank tedeschi Leopard 2 e un centinaio di Leopard 1, più obsoleti ma ammodernati; 14 tank Challenger britannici; 31 Abrams made in Usa come anche decine di blindati Stryker e Bradley, che furono ampiamente utilizzati in Iraq e Afghanistan.
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