Riprendiamo dal GIORNALE di oggi, 23/05/2019, a pag.13, con il titolo "Ai ferri corti con Pelosi e dem. E Trump 'ribalta' il tavolo" il commento di Valeria Robecco.
Nonostante le prove del non coinvolgimento di Donald Trump nelle manovre della Russia di Putin per influenzare le elezioni americane, Nancy Pelosi torna ad accusare riprendendo fake news ormai smentite. La guerra personale del partito democratico contro trump non accenna a smettere.
Ecco l'articolo:
Valeria Robecco
Donald Trump
New York Fuochi d'artificio tra Donald Trump e i democratici. Tra il presidente americano e gli avversari è scontro totale dopo che la speaker della Camera Nancy Pelosi che lo ha accusato di essere «coinvolto in un insabbiamento». «Nessuno è al di sopra della legge, incluso il presidente degli Stati Uniti», ha detto poche ore prima di incontrare il tycoon alla Casa Bianca insieme al leader della minoranza in Senato, Chuck Schumer, per discutere un piano da 2mila miliardi di dollari per le infrastrutture. Ma le sue parole hanno mandato Trump su tutte le furie. Il Commander in Chief ufficialmente non ha cancellato l'incontro, ma quando i leader dem sono arrivati a Pennsylvania Avenue per il faccia a faccia, lui è rimasto solo pochi minuti, il tempo di attaccarli per le accuse ricevute, prima di recarsi nel Rose Garden per una conferenza stampa improvvisata. «Dopo 675 giorni, oltre 500 testimoni, 2.800 mandati di comparizione e più di 35 milioni di dollari, nessuna collusione con i russi né ostruzione della giustizia», ha tuonato. «Sono il presidente più trasparente nella storia del paese, io non faccio insabbiamenti», ha aggiunto. Poi ha detto a Pelosi e Schumer che non lavorerà con i dem finché «non metteranno fine a queste false indagini». «Rispetto il Congresso, ma quello che hanno fatto è un abuso», ha detto, sottolineando che «il crimine» è stato «commesso dall'altra parte». Quindi, su Twitter, ha ribadito che si è trattato di una «caccia alle streghe contro di lui e contro il partito repubblicano».
Nancy Pelosi
E ha ammonito i dem che «non si può indagare e legiferare simultaneamente, non funziona in questo modo, non si possono percorrere due strade nello stesso momento». Immediata la contro-replica degli avversari, che hanno bollato come pretestuose le motivazioni sollevate da Trump per abbandonare l'incontro. «Prego per il presidente e prego per gli Stati Uniti», ha affermato Pelosi, lanciando un'ultima durissima stoccata: «Il fatto è che questo presidente sta ostruendo la giustizia ed è impegnato in un insabbiamento, e questo potrebbe essere un reato da impeachment». Finora la Casa Bianca si è opposta a tutte le richieste avanzate nel corso di varie indagini parlamentari sull'operato di Trump e sulle sue finanze. I democratici sono frustrati dal fatto che il tycoon stia ostacolando in tutti i modi lo svolgimento delle inchieste, ma il partito dell'Asinello è spaccato e diviso sul da farsi. Il pressing per avviare il processo di impeachment di The Donald sta salendo, e nel mirino è finita proprio Pelosi: il fronte di chi critica duramente il suo approccio considerato troppo moderato aumenta, in particolare tra gli esponenti dell'ala liberal, tra cui spicca la deputata progressista Alexandra Ocasio-Cortez. La quale ritiene che «è arrivato il momento» per la messa in stato di accusa di Trump. La terza carica del paese, invece, continua a sostenere che insistere sull'impeachment finirebbe per favorire i repubblicani portando lo scontro proprio sul terreno voluto dal presidente, e rischierebbe quindi di trasformarsi in un boomerang, soprattutto in vista delle elezioni di Usa 2020.
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