Putin (che tutti i nostri media continuano a chiamare ‘presidente’) voleva uccidere Zelensky
Cronaca di Francesco Battistini
Testata: Corriere della Sera
Data: 09/05/2024
Pagina: 14
Autore: Francesco Battistini
Titolo: Dai 46 ai 74 mila euro per uccidere Zelensky. Quel regalo allo zar bloccato in extremis

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 09/05/2024, a pag.14, con il titolo "Dai 46 ai 74 mila euro per uccidere Zelensky. Quel regalo allo zar bloccato in extremis" la cronaca di Francesco Battistini.

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Francesco Battistini
Ucraina, l'omicidio di Zelensky un «regalo» per Putin. Il piano: 80mila  euro eMentre in Occidente, qualcuno si domanda, se andare o meno all'insediamento di Putin, lui tenta di assassinare Zelensky. Incredibile, in Europa qualcuno crede possibile dialogare con Putin

Quanto costa ammazzare Zelensky? «Li hanno pagati fra i 46mila e i 74mila euro». Neanche tanto. «Erano in due. Dovevano colpirlo mentre andava a registrare il videomessaggio serale». Quando? «Prima di domenica scorsa, Pasqua ortodossa». Come? «Il piano era di prenderlo in ostaggio e ucciderlo. Volevano colpire anche due capi dei servizi ucraini, Budanov e Malyuk». Che non erano con lui… «Bisognava aspettare che Budanov arrivasse a casa in auto e mandare un segnale ai russi. A quel punto, avrebbero lanciato due missili e due droni Fpv». E invece? «Invece siamo arrivati prima noi». I due colonnelli, i Giuda di Volodymyr Zelensky, nel racconto dell’undicesimo (o tredicesimo?) attentato al presidente ucraino. Tutto in un video diffuso dai servizi di Kiev: un uomo a volto coperto che dà dettagli sul prezzo e sui modi dell’ultimo tradimento. I due ufficiali facevano parte dell’Udo, l’ufficio che deve occuparsi proprio dell’incolumità del leader. L’Sbu e l’Ssu, i servizi, li hanno arrestati quasi in flagrante. Ci sono delle intercettazioni: «Avrai 20-30 minuti per andare via», si sente dire da una voce russa. I due erano tenuti d’occhio da tempo, «agganciati fin da prima dell’invasione del 2022», e gli ucraini danno anche i nomi delle tre spie russe che li contattavano: Maxim Mishustine, Dmitry Perlin, Alexey Kornev, 5° ufficio Fsb di Mosca. L’operazione Zelensky sarebbe partita qualche settimana fa, forse col tentativo di corrompere anche qualche bodyguard del presidente. Uno dei due colonnelli, dice l’accusa, aveva portato nella capitale un drone, munizioni russe per lanciarazzi Rpg-7, mine antiuomo Mon-90. «L’attentato voleva essere un regalo a Putin, in occasione della sua cerimonia d’insediamento»: un bel dono, se con Zelensky si puntava a uccidere anche il capo degli 007 militari Gur, Kyrylo Budanov, e quello dell’Ssu, Vasyl Malyuk. I due ufficiali spioni ora sono imputati d’alto tradimento e favoreggiamento del terrorismo. Destino quasi certo, l’ergastolo. Il piano «Volevano prenderlo in ostaggio e ucciderlo». Arrestati due colonnelli della sicurezza ucraina «Non bisogna mai abbassare la guardia», commenta Malyuk: «In queste cose, i russi sono molto abili ed esperti…». Così esperti che s’è un po’ perso il conto, di quante volte abbiano provato a eliminare «Ze». Lo scorso novembre, il presidente ucraino aveva parlato d’una decina d’attentati, il suo consigliere Podoljak ne conta almeno una dozzina, il segretario per la sicurezza Danilov ricorda sempre «la terribile settimana» in cui ci provarono tre volte. La prima, ormai è storia: Putin che paracadutò un commando all’aeroporto kievita di Hostomel, con l’ordine d’eliminare «quel neonazista drogato». Una delle ultime, non è nemmeno sicura: un missile su Odessa, poco lontano dal presidente che accompagnava il premier greco. Di sicuro s’è rischiato grosso in Polonia, in aprile, quando la polizia ha fermato uno strano russo, Pavel K., che lavorava per l’Fsb e dicono preparasse un’azione nel piccolo scalo di Rzeszow-Jasionka, sul confine ucraino: è la pista d’aerei che Zelensky usa per i viaggi all’estero. E che dire di Ramzam Kadyrov, capo militare ceceno, che nel 2022 si racconta sia arrivato molto vicino all’obbiettivo? Sabato scorso Putin, ricercato per crimini di guerra, ha fatto spiccare un mandato di cattura internazionale per Zelensky (che vale solo in Paesi — la Siria o la Corea del Nord — in cui Zelensky non andrà mai). Più che vivo, lo Zar lo vorrebbe morto. Ma «Ze», protetto da tre cerchie di sicurezza e da un impressionante monitoraggio h24 d’inglesi e americani con satelliti, ricognitori, radar, ormai si sposta soprattutto di notte e su anonimi vagoni letto. Nessuno sa mai in anticipo dove vada, e quando: ogni occasione ufficiale è embargata, fino a evento concluso. Lo scorso marzo a Zaporizhzha, cosa rarissima, il presidente s’è portato dietro una giornalista. Ma quando lei è scesa dal treno, le han controllato le foto una per una: niente dettagli, il nemico ci spia.

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