Nir Barkat: Qatar, lupo travestito da agnello
Intervista di Andrea Nicastro
Testata: Corriere della Sera
Data: 09/05/2024
Pagina: 13
Autore: Andrea Nicastro
Titolo: «A Rafah casa per casa fino alla fine di Hamas. No allo Stato palestinese»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 09/05/2024, a pag. 13, con il titolo "A Rafah casa per casa fino alla fine di Hamas. No allo Stato palestinese" l'intervista di Andrea Nicastro a Nir Barkat

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Andrea Nicastro

Nir Barkat, ministro dell'Economia israeliano

Benjamin Netanyahu non è solo. Chi pensa che il premier israeliano sia l’unico a non voler ascoltare i consigli di moderazione di Joe Biden, cambi idea. Nir Barkat, suo ministro dell’Economia, è almeno altrettanto duro. «I morti americani a Pearl Harbour sono stati 2.400, la reazione americana ha causato 3,5 milioni vittime giapponesi. I morti nelle Torri Gemelle 2.900, gli iracheni uccisi della reazione americana 400 mila. Le guerre si combattono così. Il 7 ottobre Hamas ci ha attaccato, ha ucciso 1.200 israeliani e noi non ci fermeremo sino a che non avremo smantellato le loro strutture, annientato la loro capacità di farci del male. Dobbiamo farlo, è in gioco la nostra vita».

Sindaco di Gerusalemme per 10 anni, imprenditore di successo ed ex comandante di compagnia dei parà, Barakat è venuto in Italia per incontri politici e d’affari. Ha parlato con il Corriere a Milano.

Ministro, il livello di violenza che Israele impiega contro un’organizzazione terroristica è per molti, Usa e Onu inclusi, assolutamente sproporzionato.
«Totale non senso. E spiego perché. Primo, le guerre servono a sconfiggere il nemico. Gli esempi storici lo dimostrano. Secondo, non credo alle 35 mila vittime che proclama Hamas. Noi calcoliamo di aver eliminato 12 mila terroristi e crediamo siano la metà delle vittime. Un rapporto tra obiettivi e danni collaterali eccezionale. Terzo, parlare di genocidio è assurdo. In questi anni i palestinesi sono sempre aumentati di numero e a noi sta bene. Sono loro che vogliono eliminarci “dal fiume al mare”».

I palestinesi chiedono un loro Stato. Non lo accetta?
«Non è mai esistito uno Stato palestinese negli ultimi tremila anni. Basta leggere la Bibbia: ebrei citati dappertutto, palestinesi mai».

Quindi rinnega la firma sugli accordi di Oslo? La soluzione dei «due popoli, due Stati» è carta straccia?
«Con tutto il rispetto, Hamas non è interessato ai due Stati. Vuole tutto».

L’altro partito palestinese, Fatah, però ha riconosciuto il diritto all’esistenza di Israele.
«Fatah ha lo stesso obiettivo di Hamas. Non vuole la pace, vuole uno Stato è vero, ma solo per poi prendersi anche il nostro. La loro intenzione è uccidere gli ebrei proprio come Hamas. Lo insegnano ai bambini nelle scuole».

Le manca ogni fiducia nella controparte. Come ad Hamas.
«Si può andare indietro per anni ed esaminare chi ha ostacolato la pace, discutere per ore, ma dovete capire che questa non è una disputa territoriale, è una guerra di religione. Quando aprirete gli occhi sarà chiaro anche a voi. Noi entreremo a Rafah casa per casa e sradicheremo Hamas. È l’unico modo per salvarci».

Avete un piano per il dopo?
«Non possiamo contare su una democrazia palestinese. Con gli arabi questo sistema non funziona. C’è democrazia a Dubai o in Arabia? Da loro funzionano le tribù. Quindi perché non pensare a un futuro di comunità palestinesi autonome che convivono in parallelo con Israele? Strade, economia, amministrazioni parallele. Si può fare».

Polizia ed esercito solo a Israele?
«Inevitabile».

Un ragazzino che oggi bombardate a Gaza, secondo lei sarà un adulto ben disposto verso Israele?
«Non stiamo parlando di occidentali, ma di jihadisti che preferiscono far morire i loro figli o uccidersi per la causa. Il 70% dei palestinesi ha festeggiato l’eccidio del 7 ottobre. Hamas ha detto che vorrebbe farlo di nuovo. E non è solo».

Chi altri?
«L’alleanza del male: Iran, Houthi, Hezbollah, Hamas, Fratelli Musulmani e il più pericoloso di tutti: il Qatar, un lupo travestito da agnello. Il Qatar finanzia ovunque la Guerra Santa. È colpa del Qatar se gli studenti americani contestano Israele mostrando un’ignoranza sorprendente. Il Qatar è il maggior finanziatore di quegli atenei, ha pagato i cattivi maestri che condizionano gli studenti e ora se ne vedono i risultati».

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